lunedì, maggio 23, 2011

UNA BOTTA

Questa mattina, dopo sette anni la cartina politica della Spagna si è colorata di azzurro. Il PP, ovvero il corrispettivo della destra italiana, guidata da Rajoi ha vinto le municipali in quasi tutta la Spagna. Barcellona rimane roccaforte del sinistra che per pochi punti riesce a battere il CIU (quello che da noi potrebbe essere l'UDC). Il CIU è lo stesso partito politico che ha portato Barcellona fuori dal fascismo Franchista. Un partito posizionato al centro destra, ma che molti elettori di sinistra vedono di buon occhio.
Il partito Socialista ha preso una bella botta, ha perso perché in questi ultimi anni la crisi in Spagna ha raggiunto dei livelli molto simili a quelli italiani costringendo il governo all'aumento di alcune tasse ai funzionari pubblici e sulle imposte comunali. Questo ovviamente non è piaciuto alla Spagna che aspettava tagli anche su quei benefici governativi e politici tanto contestati, che invece non sono mai arrivati.
"Voi chiedete sacrifici a noi, ma voi non fate nulla per ridurre il debito". Questa è una delle frasi più frequenti che si sente in giro in questi mesi. Ed ecco nascere dalla rabbia cittadina un Movimento che si sta espandendo a macchia di leopardo in tutto il territorio iberico. Il Movimento 15-M.
Per tutta la settimana precedente alle elezioni e per tutta la settimana successiva ci sono state e ci saranno manifestazioni nelle principali piazze di Spagna (Madrid e Barcellona tra le altre) che affronteranno il tema della crisi, delle proposte per ridare alla Democrazia un poco di Democrazia.
Ammetto che quando leggo questo punto, da Italiano, sorrido guardando quello che hanno qui in Spagna e quello che io ho lasciato in Italia, ma torniamo a noi.
Il Movimento 15-M non è come il Movimento a 5 Stelle. Nel senso che non è un movimento politico, ma cittadino. Fatto da persone che stanno discutendo dei problemi del paese e manifestano perché vogliono che le cose cambino e non è un Partito Politico.
Sabato sono stato in Piazza anch'io. C'era tantissimi "acampados" come li chiamano qui, una parte cucinava ( per tutti gli accampati), altri distribuivano acqua, altri facevano riunioni sui vari punti stilati, in modo che si possano migliorare, ampliare o togliere se non corrispondono alla maggioranza dei partecipanti, tutto come se fosse una grande Assemblea.
Los indignados” pensano anche all'ambiente ed è stato creato un comitato che non solo pensa a ripulire quotidianamente la piazza ma lo fa anche in maniera ecologica tramite la raccolta differenziata (carta, plastica, vetro, umido, etc...), il risultato è davanti gli occhi di tutti quelli che passano in una piazza occupata, ma totalmente pulita.
Alcuni dei punti dibattuti fino ad oggi nelle varie piazze, e che potrebbero essere la base di aggregazione per un' un’associazione permanente: la riforma della legge elettorale (liste aperte e circoscrizione unica); diritti basici garantiti (casa ed estinzione del debito nel caso la casa venga restituita all’entità finanziaria); istruzione pubblica e laica (netta separazione tra Stato e chiesa); abolizione del plan Bolonya (università); riforma fiscale e applicazione della tassa Tobin (sulle transazioni finanziarie); soppressione dei paradisi fiscali; liste “pulite” alle elezioni; riduzione di privilegi, vitalizi, ecc. ai parlamentari; chiusura delle centrali nucleari; energie rinnovabili; trasparenza dei conti pubblici dei partiti …
Chiedono anche l'abolizione del Senato e la pensione ai politici che la ottengono (come in Italia) dopo una legislatura di governo.
Eliminare le autoblu e le carte di credito politiche. Se un politico deve affrontare una spesa che lo faccia con la sua carta di credito.
Insomma qui la gente comincia a ribellarsi, a dire NO. A proporre e a fare proposte. A criticare la politica con i fatti, votando il PP perché il PSOE ha governato male. Zapatero è stato punito per i suoi errori, per le sue mancanze e per le sue promesse non realizzate.
Eppure stiamo parlando di un presidente che in quasi 8 anni di Governo ha dato una spinta economica a questo Paese che lo ha portato allo stesso livello di altri in Europa. Eppure non basta e la gente, dal basso, nelle piazze chiede che si prenda la responsabilità tutta la politica di FARE. Non di chiacchierare o di criticare, ma di fare.

Ecco, questo succede qui in Spagna. E in Italia?
Moratti o Pisapia?....

Nota a margine: malgrado il PSOE abbia preso più voti de CIU, quest'ultimo ha vinto le elezioni. Adesso toccherà loro scegliere la coalizione con cui governare (si, qui si sceglie dopo le votazioni). E' molto probabile che scelga la coalizione di centrodestra così che anche Barcellona passerà nelle mani del centrodestra.

3 commenti:

Luca Erbetta ha detto...

La questione è semplice.
In Spagna la maggioranza del popolo è capace di ragionare punisce chi governa male.
In Italia no.

Skull ha detto...

Già, ma gli spagnoli non sono stati rincoglioniti sistematicamente con trent'anni di televisione spazzatura e quindici di informazione di regime...

Giuseppe Di Bernardo ha detto...

Non vorrei apparire qualunquista, ma in una parte di me, neppure troppo nascosta, qualcuno grida che stiamo facendo il tifo per due squadre che si sono già messe d'accordo sul risultato. L'impressione è che, sotto sotto, i due scieramenti politici siano due facce della stessa medaglia. Ed è triste e sconfortante.