L'estate scorsa ero al mare in posto incantevole come Marettimo.
Avevo comprato un pacco di Giornali, perché tanto in quel posto c'è poco da fare se non riposare, leggere e nuotare.
Bene, ricordo limpidamente un trafiletto piccolissimo sul Fatto Quotidiano che annunciava l'espansione della quota di percentuale da parte di Gheddafi all'interno dell'Unicredit.
Rimasi sconvolto. Il dittatore Libico aveva raggiunto una percentuale maggioritaria all'interno della Banca più importante d' Italia. Il 7%.
Di lì a poco Profumo venne silurato dalla presidenza del gruppo Unicredit e tutto si spense come spesso accade in Italia in una notizia da trafiletto.
A me invece l'idea che Gheddafi avesse un forte penso all'interno della prima Banca Italiana mi ronzava in testa come una zanzara in piena notte d'Agosto. Poi il pungiglione ha forato la pelle, i muscoli ed è arrivato alle ossa. E se Gheddafi cadesse? La banca subirebbe un danno terribile. E L'Eni che da anni estrae e importa in Italia petrolio per l'energia? E gli sbarchi delle "carrette" del mare? probabilmente, anzi sicuramente aumenterebbero.
E' stato un pensiero talmente gelido che per un attimo ho sperato che il dittatore Gheddafi restasse al suo posto. Lì seduto a fottere e a fotterci.
Per fortuna quel pensiero è rimasto nella mia testa per pochi secondi, però sono certo che sarà stato il pensiero di tanti. Di quelli che pensano "all'uovo oggi e non alla gallina domani". Di quelli che preferiscono "100 giorni da pecoroni piuttosto che uno da leoni", quelli che "tanto non cambia nulla quindi è inutile perché sono tutti uguali".
Oggi ripenso a quel trafiletto sul Fatto, vedo le foto di rivolta in Libia e spero tanto che quei ragazzi che in piazza stanno lottando per dare un cambio Democratico al loro paese RESISTANO, tanto quanto i nostri nonni resistettero contro il Fascismo e contro il Nazismo.
mercoledì, febbraio 23, 2011
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