venerdì, novembre 27, 2009

TUTTO DA PARTE DA BRANCACCIO


No, non sto parlando del fumetto mio e di Giovanni pubblicato per Becco Giallo, sto parlando del quartiere Brancaccio. Quel quartiere dove sono cresciuto e dove ho vissuto per trent'anni. Ho vissuto in una via che per anni non ha avuto nome, quasi dimenticata dal mondo intero. Chiusa, geograficamente imprigionata in una lingua di terra dominata dalla mafia e dimenticata dalle istituzioni. "Brancaccio2" fù il massimo che le autorità riuscirono a dare come nome alla strada dove vivevo "Bc2" per tutti gli altri. Nel mio quartiere vivevano i Fratelli Graviano, quasi di fronte casa mia. Non sapevo chi fossero ma sapevo che bisognava salutarli e con rispetto. Io incontrai uno dei due quando ero molto piccolo e con un pallone in mano andavo a giocare in un campetto dietro casa, che tutto era fuorché un campetto di calcio, il ragazzino che era con me lo salutò con un inchino, io dissi "Buongiorno"... lui sorrise.
Tutto parte da lì. Io lo sapevo, a Palermo tutti lo sanno, anche chi decide di votare certi personaggi, tutti lo sanno. Tutto inizia da Brancaccio.
Oggi si parla di dichiarazione di Gaspare Spatuzza (l'assassino di Padre Puglisi), e anche i fratelli Graviano dopo quindici anni di silenzio cominciano a parlare. I boss del "mio quartiere" c'entrano moltissimo con la morte di Giovanni Falcone. Loro insieme a Totò Riina furono gli esecutori materiali di quella carneficina nell'autostrada di Capaci. Ma i mandanti non sono ancora usciti fuori.
Le dichiarazioni di Massimo Ciancimino sono molto chiare.
Sulle Strisce verticali che pubblicai tempo fa qui sul blog QUI si evince chiaramente il filo di contatto tra politica e mafia e la trattativa che portò all'accordo tra le due. Ciancimino Junior inoltre parla molto chiaramente di come il nuovo referente politico per la mafia nel 92-93 divenne Dell'Utri e quindi Berlusconi.
Oggi Repubblica QUI pubblica delle dichiarazioni molto interessanti. Vi consiglio di dargli una lettura. C'è una strada che si sta percorrendo che porterà al Baratro l'intera Italia, serve una frenata. Anche dura e rischiosa ma serve urgentemente una frenata.

2 commenti:

Ketty Formaggio ha detto...

...prima di tutto, ti abbraccio forte per quello che sei ora e per quello che non sei diventato.
E poi se si frena in una discesa la frenata sarà sempre lunghissima e si rischia sempre di cadere dalla sella.
Teniemo duro...

nerosubianco ha detto...

Grazie Ketty : )