mercoledì, settembre 08, 2010
LE COLPE DEI PADRI....
Roberto sul suo Blog ha riaperto l'argomento della Tavola Rotonda a Lucca.
Alcuni mi hanno scritto stupiti perchè pensavano che su un tema così interessante, partecipasse attivamente anche lui all'incontro. Con Roberto, l'ho scritto qualche post fa, ripeto, ci siamo sentiti più volte su questi temi. Conoscevo perfettamente i suoi punti di vista e i suoi ragionamenti. Punti che condivido in parte e che gli avevo chiesto di esporre pubblicamente alla Tavola Rotonda.
Ha preferito farlo sul suo blog, punto. Rispetto la sua scelta, come rispetto la scelta di altri autori che hanno deciso di non partecipare all'incontro. Ognuno è libero di fare, pensare e dire cioè che vuole e dove vuole.
Però, lasciatemi dire un però.
Visto che questo tema ha preso una strada sdrucciolevole, preferirei precisare alcune cose.
E' vero che in Italia ci vorrebbe un senso comune di responsabilità degli esordienti, che non dovrebbero accettare un contratto irrisorio da parte di un editore, ma è pure vero che se l'editore (sicuramente più maturo dell'esordiente) non facesse certe offerte magari il problema non esisterebbe.
E' vero che in Italia gli editori di "Graphic Novel" hanno sempre pagato poco, ma i pagamenti dei suddetti editori si stanno riducendo sempre più ogni anno che passa, tanto che non si parla più di prezzi tra i 1000 e i 4000 euro, qui si parla di zero euro come acconto e poi royalties sul venduto. Ai più fortunati vengono offerti 200-300 euro per un intero albo come anticipo sulle vendite ed è assurdo che questa stia diventando la prassi, la normalità.
Beh, sarà normale, ma a me fa imbestialire.
Qui in Spagna, e non sto parlando della Francia, ma della Spagna un mercato molto più piccolo di quello italiano con dati di vendita simili al nostro. Un contratto per una Graphic Novel viene proposto sulla base di vendite dell'intera tiratura e non su una parte (o in maniera forfettaria come si fa in Italia). Cioè tu stampi 3000 copie e la tua royalties è dell'8% ? tu avrai come anticipo le royalties dell'8% sull'intera tiratura, e la percentuale aumenterà se ci sarà bisogno di una seconda edizione del libro.
I diritti per il mercato estero ovviamente restano degli autori.
Inoltre.
... permettetemi una precisazione.
Io non sono fra quelli che accetta i contratti senza se e senza ma. Chi mi conosce sa che non ho mai lavorato senza un giusto contratto. Senza cioè un compenso che mi permetta di vivere.
E se devo rifiutare, rifiuto.
Io con questo mestiere ci vivo.
A me finora è andata bene perchè ho trovato editori che hanno creduto in me, e se abbiamo continuato la collaboarazione vuol dire che anche a loro va bene.
Por suerte.
Allora alcuni si chiederanno, "ma se TU vieni pagato e con questo mestiere ci campi perchè vorresti fare questa Tavola Rotonda? "
Perchè credo non sia giusto girarsi dall'altra parte. Perchè l'Italia sta andando a rotoli per la gente che si gira dall'altra parte, perchè se un problema c'è invece di parlarne in rete è bene affrontarli di persona. In maniera costruttiva e non distruttiva o pessimistica. Perchè se c'è una crisi del mercato (e c è una crisi nel mercato) dobbiamo avere il coraggio di guardarci tutti negli occhi e dirci che in parte è anche colpa nostra, mettere un punto e analizzare (prima di trovare le soluzioni), ripeto, analizzare quali sono i problemi tutti assieme e se siamo capaci magari darci anche qualche risposta.
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15 commenti:
Concordo al 100%, la penso esattamente come te. Il confronto è alla base di ogni professione.
L'esordiente non ha responsabilità della situazione del fumetto in Italia, io avrei invece tanto da dire sulla professionalità di certi autori che non conoscono nemmeno il diritto d'autore.
Continuo a pensare che il motivo per cui si critichi tanto questo confronto tra professionisti è proprio perchè di professionalità ce ne poca.
Io ho detto un "no" di fronte a un richiesta inamissibile professionalmente, per quanto rientrasse in una logica di mercato mi sono ritrovato il solo a non accettare in una squadra di 5/6 autori. Il mio "no" ha pagato ma avendo fatto altri mestieri in vita mia, non avrei mai pensato di trovarmi da solo.
Potrei discutere anche di quegli autori che mi hanno criticato di aver domandato troppo presto quanto erano i compensi di una pubblicazione, convinti che questo avesse provocato la mia esclusione dalla pubblicazione di una nuova produzione.
Risultato la casa editrice non esisteva.
Sono prontissimo ad un confronto ma sono consapevole che tanti ancora giocano a fare fumetti, sapere che tu sei tra gli organizzatori mi motiva a partecipare e a guardare nella tua stessa direzione.
Claudio, ho nuovamente riportato il tuo parere su kinart
http://kinart.forumfree.it/?t=48763162&st=510#entry415465440
Dovrebbe essere fissato un tetto minimo di compenso. già questo sarebbe ottimo.Almeno credo.
E' impossibile fissare il minimo compenso per un lavoro da libero professionista e aggiungerei che è assurdo in ogni ambito.
Non credo che l'intento della tavola rotonda riguardi i compensi, penso sia più un discorso di concepire una regolamentazione che possa favorire tutto il mercato del fumetto, autori ed editori.
E' vero che ci sono editori che fanno i furbetti ma ci sono anche autori che non rispettano gli accordi presi.
Scusa se ho rubato spazio Claudio.
@Fabiano: "E' impossibile fissare il minimo compenso per un lavoro da libero professionista e aggiungerei che è assurdo in ogni ambito."
Non è vero, Fab. Quasi tutti gli ordini professionali hanno un tariffario. Ma non è questo il punto.
Guarda, colgo l'occasione e scrivo brevemente qui la riflessione che avrei voluto portare a Lucca.
Quello che ci vorrebbe è guardare all'esperienza WGA americana nel settore scrittura per audiovisivi.
Negli USA non esiste un "contratto nazionale" vero e proprio, non c'è una "legge dello Stato" che definisce i compensi minimi. Gli autori iscritti al WGA hanno fissato un tariffario minimo, basato su diversi fattori (essenzialmente di budget e di piattaforma). Questo tariffario è un vero e proprio contratto che viene sottoscritto dalle varie compagnie produttive. A quel punto, per le compagnie firmatarie, quel tariffario diventa inderogabile. Ovviamente è inderogabile nei confronti degli iscritti al WGA. Per essere iscritto al WGA, però, devi avere determinati requisiti (mi pare che devi avere almeno un'opera realizzata).
In questo modo viene tutelata la professionalità e contemporanemente delimitato il campo della libera trattativa. Ma allo stesso tempo non viene nemmeno escluso dal mercato l'esordiente che vuole lavorare a poco. Il mercato è comunque libero, ma regolamentato.
Ci sono arrivati gli amerregani, non ci possiamo arrivare noi?
Come? Vi do uno spunto.
Un'associazione di autori, che abbia al suo interno anche firme prestigiose, che hanno un "peso" nel mercato. Un'associazione che definisca delle regole in un contratto e che poi vada, con la forza dei propri membri, di editore in editore a rendere quel contratto valido ed inderogabile.
E' una cosa fattibile, almeno in teoria. Noi sceneggiatori TV, ci stiamo provando da un po'.
Spero che l'intervento possa servire a qualcosa.
Secondo me il problema non è solo economico.
Un editore mi chiede di lavorare gratis in cambio di visibilità.
Per quanto mi riguarda non è lavoro ma è legale, poi sta a me decidere cosa fare.
L'esordiente è logico possa accettare e sinceramente non lo si può colpevolizzare.
E' chiaro che la qualità del prodotto non è la stessa di quello pagato.
Bonelli ne è un esempio, buona paga buona qualità.
Il fumetto è un ambiente povero rispetto al cinema, alla musica e alla tv e tanti "editori", che servono da vetrine per i giovani autori, scomparirebbero.
Tu parli di una sorta di contratto nazionale (presente in parecchi mestieri), sarebbe magnifico, ma nel fumetto l'individualismo è tale da rendere difficile persino incontrarsi intorno ad un tavolo immagina poi discutere qualcosa di simile.
E aggiungo siamo in Italia.
Però trovo che l'incontro possa gettare delle basi per comprendere come rafforzare certe tutele e certi diritti che sono presenti in realtà come Bonelli (in Italia).
I temi che secondo me è importante trattare sono le royalties, la possibilità di visionare i reali dati di vendita se si lavora a percentuale, un referente sindacale più presente ed una presa di coscienza da parte di alcuni autori ed editori del significato di professionalità.
Ciao Claudio, Cagliostro su Kinart ha insinuato qualcosa tra te e Beccogiallo. Non so se ritieni opportuno rispondere. E' appena sotto il link che ho messo pochi commenti fa.
Saluti a tutti.
@Fab: "nel fumetto l'individualismo è tale da rendere difficile persino incontrarsi intorno ad un tavolo"
Non mi sarei mai permesso di fare un intervento del genere se non avessi visto, in questa iniziativa che si terrà a Lucca, un primo terreno di discussione e, soprattutto, di coesione.
Per inciso, tutto quello che citi in fondo al post è contrattualizzabile con un accordo bilaterale del genere di cui parlavo prima. Ed è una cosa un pochino diversa dal contratto nazionale.
Ma un referente del SILF vi potrà spiegare meglio di me di cosa parlo.
Ketty,il mio post dice tutto. Se dico che per i miei lavori sono sempre stato pagato vuol dire che sono sempre stato pagato. Anche da BeccoGiallo. Sia io che Di Gregorio.
Macchie: un rappresentante del SILF parteciperà e interverrà all'incontro.
Sono più che convinto che un incontro e scambio di idee si utile a tutti, me compreso.
Riguardo alle polemichette da bar dello sport è un aspetto di quella poca professionalità di cui parlavo.
So che il contratto nazionale è ben altra cosa, ma il fumettista non essendo categoria è terra di nessuno.
Per cui esisteranno sempre contratti dove non sono previsti compensi e dove le percentuali sono ridicole, un minimo sindacabile sarebbe una soluzione favolosa, ma è possibile in un libero mercato non regolamentato come quello del fumetto applicare la tariffa minima?
E come farla rispettare?
@Fab: "E' possibile in un libero mercato non regolamentato come quello del fumetto applicare la tariffa minima? E come farla rispettare?"
Mi ripeto. Credo di sì e credo che sia fattibie con la forza di un gruppo coeso, ma che abbia al suo interno autori con un peso nel mercato. Il WGA è nato così. Da gente che ci teneva veramente al mestiere che faceva.
Io spero che sia possibile, purtroppo la breve conoscenza che ho di questo ambiente mi porta a credere che la coesione sia il problema più difficile da affrontare.
Pensa a questa tavola rotonda e quante critiche sta ricevendo.
Critiche inutili e disfattiste che non costruiscono ma distruggono e non portano a nulla.
Io ci sarò perchè come professionista sono interessato al confronto, comprendere problematiche e capire come migliorare la situazione lavorativa.
Per conto mio sto vivendo ora una realtà lavorativa di tutto rispetto ma come Claudio sono convinto che i problemi si debbano affrontare e risolvere. Le chiacchere le porta il vento.
Claudio il mese prossimo sali nella graduatoria di Wikio ;-).
Vorrei intervenire alla conferenza, giusto 1 minuto. Rappresento kinart e quindi vedo parecchi giovani wannabe di continuo. Vedo molti ragazzi che appunto rappresentano la base della piramide, e quindi potrebbe interessare a qualcuno il punto di vista di kinart.
Fammi sapere se posso intervenire.
Ciao!
Ketty : parliamone in privato.
Capitano: grazie dell'appoggio, ti aspetto in prima fila : )
Dico la mia anche in ritardo...
premessa: non conosceva, essendo un lettore ed uno che scrive degli articoli, di tanto in tanto, questa situazione del mercato a fumetti in italia.
Concordo con i tuoi ragionamenti, claudio. E' anche vero che molte cose scritte da roberto (che seguo nel suo blog) sono giuste, pero' certe discussioni, come questa, si possono iniziare sul web, nei blog, ma poi andrebbero messe su un tavolo, guardandosi negli occhi, facendosi ascoltare dagli altri..
pero' è anche vero che ognuno porta avanti i suoi obiettivi. Evidentemente in italia, ci sono tanti autori che hanno tanti obiettivi divesi, bisogna prendere atto di questo....
mario di fumettomania.net
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