Un paese di merda???? No dai il paese - geograficamente parlando (comprendendo anche storia dell'arte monumeti ecc ecc) Bel paese.... ma per chi lo gestisce e chi si lascia gestire (senza discriminazioni di "razza-pensiero") in un determinato modo copre tutto il buono che c'è!!!!
(non so se sentirmi orgoglioso o meno sapere d'aver vinto una borsa di studio e avere come primo pensiero... studio all'estero con questi!)
Le cose non posso dar valore ad una paese, le persone invece non fanno che dimostrare che questo è sempre più un paese di merda. Stiamo arrivando ad una guerra in-civile, vinceremo di certo perchè questi sono un branco di vecchi e rincoglioniti ma risalire dal baratro in cui ci stiamo ficcando sarà molto difficile se non impossibile.
Suvvia, non è niente di speciale. E' già successo. In Italia nel '22, in Germania nel '33. Un paese nel quale a furia di prendere sottogamba un fenomeno (chiamiamolo così) populista e definirlo pittoresco anziché sovversivo si finisce con il legittimare ciò che è illegittimo. La violenza e l'intolleranza, per esempio.
Be', Claudio, l'Italia è sempre stata un paese non di merda ma di merdosi quali noi tutti in fondo siamo. Fino a qualche tempo fa c'erano delle strutture di controllo e garanzia che assicuravano entro certi limiti la riproduzione di determinate routine sociali, culturali e valoriali. Da qualche tempo a questa parte tutto ci sta crollando addosso. Se inoltre tieni conto che dopo aver passato i trent'anni d'età cominciamo a essere più pienamente consapevoli dei concetti di «prima» e «dopo», siamo maggiormente in grado di fare dei paragoni. Infine, non dimenticare che quel che ti sembrava un periodo migliore, il «prima», di fatto non lo era. Ma noi eravamo piccini e ben protetti dalla realtà esterna. Quando tu sei nato, nel 1978, sai bene cosa accadde. E nulla è mai davvero migliorato. Facciamo passi avanti e indietro in modo alquanto erratico. Abbiamo la sensazione di muoverci, ma di fatto stiamo fermi. C'è un bel libro (a tratti un po' radical chic come ogni intellettuale di sinistra con la spocchia che si rispetti) di Roberto Alajmo, «L'arte di annacarsi», sulla Sicilia, nel quale si spiega che la Sicilia, come diceva anche Goethe, è la chiave per capire l'Italia, perché è l'Italia in assoluto, nel bene e nel male; e che «annacarsi» può anche significare «muoversi stando fermi». Ecco, l'Italia, rispecchiata nella Sicilia, non fa che annacarsi. Solo che si annaca nelle sabbie mobili. Gli effetti di questa combinazione li possiamo immaginare. Marco Pellitteri
Hai ragione MArco, quello che c'era ieri non è tanto diverso da quello che c'è oggi. Ma a me proprio questo fa paura, perchè invece d'imparare dagli errori del passato ci si"annaca" (hai scelto un'ottima parola) colmi d'ignoranza, di frasi fatte e slogan da quattro soldi. Hai pienamente ragione...
6 commenti:
Un paese di merda???? No dai il paese - geograficamente parlando (comprendendo anche storia dell'arte monumeti ecc ecc) Bel paese.... ma per chi lo gestisce e chi si lascia gestire (senza discriminazioni di "razza-pensiero") in un determinato modo copre tutto il buono che c'è!!!!
(non so se sentirmi orgoglioso o meno sapere d'aver vinto una borsa di studio e avere come primo pensiero... studio all'estero con questi!)
Le cose non posso dar valore ad una paese, le persone invece non fanno che dimostrare che questo è sempre più un paese di merda.
Stiamo arrivando ad una guerra in-civile, vinceremo di certo perchè questi sono un branco di vecchi e rincoglioniti ma risalire dal baratro in cui ci stiamo ficcando sarà molto difficile se non impossibile.
Schifo.. Non ci sono altre parole per descrivere tutto ciò..
Suvvia, non è niente di speciale. E' già successo. In Italia nel '22, in Germania nel '33. Un paese nel quale a furia di prendere sottogamba un fenomeno (chiamiamolo così) populista e definirlo pittoresco anziché sovversivo si finisce con il legittimare ciò che è illegittimo. La violenza e l'intolleranza, per esempio.
Be', Claudio, l'Italia è sempre stata un paese non di merda ma di merdosi quali noi tutti in fondo siamo. Fino a qualche tempo fa c'erano delle strutture di controllo e garanzia che assicuravano entro certi limiti la riproduzione di determinate routine sociali, culturali e valoriali. Da qualche tempo a questa parte tutto ci sta crollando addosso. Se inoltre tieni conto che dopo aver passato i trent'anni d'età cominciamo a essere più pienamente consapevoli dei concetti di «prima» e «dopo», siamo maggiormente in grado di fare dei paragoni. Infine, non dimenticare che quel che ti sembrava un periodo migliore, il «prima», di fatto non lo era. Ma noi eravamo piccini e ben protetti dalla realtà esterna. Quando tu sei nato, nel 1978, sai bene cosa accadde. E nulla è mai davvero migliorato. Facciamo passi avanti e indietro in modo alquanto erratico. Abbiamo la sensazione di muoverci, ma di fatto stiamo fermi. C'è un bel libro (a tratti un po' radical chic come ogni intellettuale di sinistra con la spocchia che si rispetti) di Roberto Alajmo, «L'arte di annacarsi», sulla Sicilia, nel quale si spiega che la Sicilia, come diceva anche Goethe, è la chiave per capire l'Italia, perché è l'Italia in assoluto, nel bene e nel male; e che «annacarsi» può anche significare «muoversi stando fermi». Ecco, l'Italia, rispecchiata nella Sicilia, non fa che annacarsi. Solo che si annaca nelle sabbie mobili. Gli effetti di questa combinazione li possiamo immaginare.
Marco Pellitteri
Hai ragione MArco, quello che c'era ieri non è tanto diverso da quello che c'è oggi. Ma a me proprio questo fa paura, perchè invece d'imparare dagli errori del passato ci si"annaca" (hai scelto un'ottima parola) colmi d'ignoranza, di frasi fatte e slogan da quattro soldi.
Hai pienamente ragione...
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