sabato, giugno 12, 2010

PANE E VELENO...


Non mi dilungherò troppo, anche perchè ne hanno già parlato su altri blog e siti più seguiti del mio. Però... però, Per quanto mi riguarda voglio aggiungere qualcosa.
Armentaro dava delle ragioni sul merito artistico, portando avanti un ragionamento più legato alla forma e al rispetto nel suo lavoro più che al pagamento in se (passaggio che NON dovrebbe essere messo in discussione dal committente).
Gianni ragionava sulla purezza dell'opera e sul fatto che non debba essere "contaminata" dal compenso, perchè in parte potrebbe sminuirne il risultato.
Quelli del MALE difendono il loro lavoro fatto negli anni e le difficoltà che hanno avuto con la politica, i poteri forti in generale ma anche col pubblico (le riviste di Satira in Italia non hanno mai avuto grande vita).
Tanti bei discorsi, ma smessi i propri punti di vista, il succo del discorso rimane: l'autore va pagato, non ci sono cavoli!
Che l'autore lavori per un grande editore o per uno piccolo, non solo deve essere pagato, ma a mio modesto parere deve anche essere BEN pagato. Non parlo di cifre esorbitanti, ma cifre che permettano di lavorare alla storia commissionata con la massima concentrazione, in tempi ragionevoli, evitando di cercare altro lavoro da fare nei "ritagli di tempo".
L'autore va pagato, punto.
Se non partiamo da questo punto il lavoro di disegnatore di fumetti, di sceneggiatore di fumetti, di letterista, di illustratore, di grafico, non verrà mai considerato un vero e proprio lavoro.
Superato questo punto punto possiamo parlare di valori artistici, di rispetto professionale sulla libertà artistica e quant'altro.
Però le modalità, il come, il quando, il quanto sono semplicemente punti di forma da contrattare con il committente dopo la reciproca accettazione che il MIO lavoro verrà congruamente retribuito.

Altrimenti smettiamo di chiamarlo LAVORO e chiamiamolo "Stricchiominchia"!

22 commenti:

flaviano ha detto...

ora cerco sul vocabolario :)

Il Sole e Le Nuvole ha detto...

Prima, farsi pagare (un'ovvietà che oggi sembra una montagna sacra) era più semplice: questo bisogna dirlo per amor di verità. Il mercato editoriale, quello satirico, non languiva. Oggi, per quanto frizzantello e molto web, non ha o non avrebbe soldini. Dovremmo fare i conti con l'oste. Prima di bere o rifiutare il vino.

nerosubianco ha detto...

Flaviano hai fatto bene ad aprire quella discussione. Avrei preferito che certi "editori"restassero zitti almeno per dignità personale, e invece hanno pure avuto il coraggio di rispondere, di contrabattere e alcuni anche di arrabbiarsi... bella storia!

Gianni tu ne sai abbastanza e sei una grande voce in questo campo sarebbe bello se facessi un post sul tuo blog...

flaviano ha detto...

grazie, per fortuna ho ricevuto l'appoggio di molti artisti che la pensano allo stesso modo o che quanto meno si sono stufati di questa situazione di stallo editoriale.

rimane il dubbio di cosa sia lo stricchiominchia ma credo di intuire...

LUIGI BICCO ha detto...

Stricchiomichia, eh?
Credo di averne sentito parlare,
eccome. Comunque, purtroppo, il
lungo discorso è stato letto anche
da amici che di mestiere fanno ben
altro. Ed ho capito che il tutto è
rapportabile a molte altre categorie
lavorarive.

Probabilmente, giusto per lamentarsi
un altro po', tutto fa parte della
solita l'Italietta dei teatrini.

Il Sole e Le Nuvole ha detto...

Io credo che nello stricchiominchia ci sia un erre di troppo... :-)

Claudia ha detto...

*applaude*
Sono d'accordissimo: l'autore va pagato! Altrimenti come si fa ad ottenere buoni risultati da entrambe le parti.
Ora, io probabilmente ne so poco, ma penso che il non pagare gli autori o pagarli una miseria non aiuta certo l'editoria già in crisi. :/
Per il classico discorso del'ARTE che non deve essere contaminata dal compenso (presto! andiamo a isolare la Cappella Sistina! Potrebbe contaminare tutto intorno!) per me rimane un discorso fatto da gente in mala fede o solo da qualche ingenuotto. :/

Ilenia Gennari ha detto...

Scusate, eh. Ma mi pare, MI PARE, che Leonardo Da Vinci, Michelangelo, Caravaggio, vennero pagati per il loro lavoro. Perché allora l'artista era un lavoro e loro non vivevano d'aria.

Se il concetto vale per tutto, allora la nostra arte contemporanea si basa su qualcosa che non è arte?

michele petrucci ha detto...

Io, come ho scritto nel mio blog non sono daccordissimo. Le cose sono un po' meno semplici. E sappiamo che i 2/3 delle case editrici di fumetti (tra le quali realtà importanti come Coconino) non hanno i mezzi per pagare a tavola gli autori. Allora chi ci guadagnerebbe se sparissero?
Ed esiste un minimo sindacale per un lavoro artistico?
Infine… ok citare il Rinascimento, ma allora gente come Van Gogh? Insomma… ribadisco… bisogna imparare a valutare le situazioni…

Lelio Bonaccorso ha detto...

Partendo dal presupposto che ci sono situazioni e situazioni dove piu o meno la gavetta "free" l'abbiamo fatta tutti, e che comunque,alla dignità professionale consegue un compenso, rimane il punto che fin quando ognuno tirerà per la sua strada non cambierà nulla.
Perchè non organizzare nelle fiere degli incontri tra autori( in cui n vengano snobbati i giovani esordienti soprattutto)e decidere un linea su cui agire con coerenza?
Sarà forse utopia ma il confronto è fondamentale dunque ben vengano simili discussioni.

nerosubianco ha detto...

@LElio- Non è una cattiva idea. Sarebbe una bella iniziativa fare una tavola rotonda con diversi autori che lavorano principalmente nel mondo Graphic Novel e parlare di questo tema...

parliamone...

michele petrucci ha detto...

Ciao Lelio… sai che nell'ultimo commento sul mio blog sono arrivato alle stesse conclusioni? Perché invece di parlarne nei blog non si discute insieme alla prossima Lucca?

nerosubianco ha detto...

Michele pensavo alla stessa cosa. Si potrebbe chiedere un "incontro" agli organizzatori della fiera

Ned ha detto...

il grande e inimitabile Andrea Pazienza diceva: "prima pagare poi disegnare!"

ned
http://www.unmondomigliore.net/

Lelio Bonaccorso ha detto...

Ragazzi io credo che Lucca sia l'occasione migliore.
Ci siamo un po tutti piu o meno,
e potrebbe essere un occasione utile per fare il punto della situazione.
Potremmo iniziare a girare la voce come dice Claudio tra gli autori di graphic novel che poi sono tra quelli pagati meno e poi man mano coinvolgere tutti gli altri, che ne pensate?

nuvoleonline ha detto...

Boh.
Io potenzialmente sono d'accordo, su questa cosa dell'essere pagati, non tanto non poco il giusto. L'unica cosa che a me "stonava" della risposta pubblica di Flaviano (non ci conosciamo, scusa se ti do del tu) era l'ipotesi di "guerra tra generazioni" che boh, non mi trova d'accordo.

Però, ragazzi, a vedere le vostre firme qua siam tanti che a naso abbiamo lavorato per cifre ridicole, a meno che l'editore per cui abbiamo fatto libri non abbia applicato trattamenti diversi ad ognuno di noi. Cosa che in realtà è anche possibile, vedo gente che ci lavora adesso che prende meno di quanto ci ho preso io qualche anno fa, e si accontenta.

Comunque, abbiamo lavorato per cosa... un paio di cene "lussuose" in un anno come corrispettivo di un libro di 100 e passa tavole?

Ecco, diciamo che ci si vede tutti a Lucca e che ci accordiamo su un "minimo" da richiedere agli editori per i nostri futuri lavori.

Sapete che succede? Che gente che tirerà al ribasso ne troveranno sempre, e saremo solo noi a non fare più i fumetti per loro. Ne conosco tanti, anche amici, a cui ho detto come stavano le cose e poi per una visibilità in libreria hanno accettato contratti suicidi, magari perdendo addirittura i diritti sul loro lavoro.

E' un po' come è successo per l'affaire traduttori versus Planeta: scoperto che tanti traduttori se ne andavano insoddisfatti perché non pagati c'era la fila alla porta di nuovi wannabe a proporsi, per incrementare il proprio curriculum.

Insomma, soluzioni non ne ho. Per la mia vita ho deciso di non contare sul fumetto per pagarmi le bollette, perché non si può vivere così, non è dignitoso per me e per quelli che mi stanno attorno (la mia compagna, la mia neonata figlioletta).

Ci sono lavori molto meno faticosi e molto più remunerativi, ed un fumettista bravo ha competenze professionali in molti campi spendibili sul mercato. Questo mi permette di poter fare solo i libri che voglio e a cui tengo, con i tempi che voglio o che la vita mi permette.

Insomma non so. Ci sono tanti che si riferiscono al fumetto come al loro "mestiere" e poi se conosci un attimo come gira capisci che è tanto se dal fumetto si pigliano mille euro in un anno (e mi sembra una stima ottimistica).

Ma come fate?
Baci!
c.

nerosubianco ha detto...

Io con il fumetto ci vivo! ci vivo bene. Guadagno il giusto per poter pagare tutte le spese che un qualsiasi operaio ha mensilmente... e NON perchè sia bravo ma semplicemente perchè quando un editore mi fa una proposta io tratto chiedendo il GIUSTO prezzo, anche a costo di dire no (o di ricevere un no) e di perdere quella "preziosa opportunità".
Non ho mai fatto un libro per 1000 euro e mai lo farò. Per realizzare un libro ci vuole tempo, sapere, conoscenza, pratica, professionalità...tutte cose acquisite negli anni che non possono essere sottovalutate con pochi spiccioli.
Fare l'editore significa investire su un prodotto in cui credi NON in un prodotto che "mi costa poco e ci guadagno molto"...
Se tutti gli autori ragionassero così le cose probabilemte cambierebbero... o forse no e a quel punto altri "autori giovani"lavorerebbero anche aggratis perchè comunque è figo essere pubblicati...ma a che prezzo però?con che qualità?

D'accordo su proporre una tavola rotonda e parlarne a Lucca.
Al momento opportuno contatterò i responsabili della fiera e chiederò una sala per parlarne e discuterne tutti quanti....

nuvoleonline ha detto...

Risposto in privato, così possiamo fare un po' di nomi ;-)
Comunque lo so che ci vivi, fai un sacco di belle robe pure!
Non era quello il punto, ma appunto, ci sentiamo di là.
Baci ;-)
c.

flaviano ha detto...

nuvole: no, non è una guerra generazionale, è scaldare la sedia a centinaia di euro a botta. ma come per i politici non va bene, un mandato e poi a casa se non portano miglioramenti e per gli artisti no? io credo che anche noi artisti abbiamo il compito di svegliare/titillare il pubblico con proposte nuove

credo che questo link parli da solo
http://www.repubblica.it/static/speciale/2010/sudafrica/bucchi/index.html

flaviano ha detto...

io a lucca ci sono ;)

LUIGI BICCO ha detto...

Bella idea, quella della tavola
rotonda a Lucca. Sarebbe in realtà
carino che si creasse proprio un
piccolo evento e invitare, perchè
no, anche qualcuno legato a filo
doppio al mondo dell'editoria
(chi pubblica, intendo dire).

Non so. Forse sarebbe come
chiudere in una stanza cani
e gatti, o magari no.

nuvoleonline ha detto...

Flaviano, ci sono anch'io, non preoccuparti (tra l'altro, maledetto internet che non si raccapezzano più le discussioni, io e Claudio il discorso l'abbiam continuato in privato trovandoci d'accordo su più cose) ;-)
Ci sono perché é giusto che chi fa un lavoro sia pagato per questo, e sono pienamente d'accordo, tanto d'accordo che alcune mie precedenti esperienze "lavorative" nel mondo del fumetto mi bruciano di più ora che so altre cose.

L'unica cosa è che io davvero, questa cosa di "vecchi" e "giovani" non la capisco, non mi passa, mi sembra logico che Vauro prenda più di me e non riesco più a spiegare il perché. Rimanendo ad un campo che sento più "mio", Gene Colan disegna ancora ed ha 80 anni. Spero di vederlo in giro per altri 80 e spero pure che venga pagato molto di più di un ventenne.

io credo che anche noi artisti abbiamo il compito di svegliare/titillare il pubblico con proposte nuove

Esatto, guardando a noi e quello che facciamo, non a quello che fanno gli altri, secondo me.

Bella la tua storia sul Canemucco 2.
Baci!
c.