sabato, giugno 20, 2009

LETTERA DI GIOVANNI DI GREGORIO

Giovanni Di Gregorio, sceneggiatore Bonelli (Dylan Dog e Dampyr), Red Whale (Monster allergy, Lys...), etc, etc... nonchè mio compagno di viaggio nel fumetto Brancaccio storie di mafia quotidiana, mi manda questa mail con la richiesta di pubblicarla.
Sarò sincero, ci ho messo un po'. Ci ho pensato bene, poi ho capito che era corretto pubblicarla... eccola qui.


LETTERA DI GIOVANNI DI GREGORIO
Ecco, è passato più di un mese da quando ho spedito la mail qua sotto.
I BecchiGialli non si sono degnati di rispondere nemmeno in questa occasione, anche se -come sai- la mail è stato mandato in copia a diversi autori.
Non un commento, un gesto di scusa, una giustificazione.
Ignorata ancora una volta, manco fosse uno SPAM del Viagra.
Invece si tratta di una cosa importante, che per me merita la massima risonanza. Visto che ritengo giusto parlarne ma non ho un blog (né lo voglio aprire per l'occasione), posso chiederti di pubblicare tutto sul tuo?
Grazie!

Giovanni
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Salve a tutti.

(Faccio un riepilogo per voi in ascolto.)
A Lucca 2008 incontro i BecchiGialli e dico: ragazzi, ma se io prendo contatti con un produttore TV o cinematografico per una trasposizione su schermo di Brancaccio, mi date più del 25% sui diritti derivati che mi spetta da contratto, visto che a fare la promozione (un lavoraccio!) sarei io e non voi?
Becchi: Ma certo.
Io: Allora mi fate avere una postilla a riguardo, così la firmiamo?
Becchi: Ma certo.
Passano due mesi, mando delle mail. Nessuna risposta.
Gennaio 2009. Ad Angouleme ci si rivede.
Io: Ragazzi, ma la postilla? Non me l’avete più fatta avere.
Becchi: Sai, questioni di tempo…
Io: Ma io vorrei iniziare a prendere i contatti con i produttori. È un momento buono, è uscito il film su Gomorra, ecc.
Becchi: Ma certo. Fai, fai, prendi i contatti, tranquillo.
Io: E la postilla?
Becchi: E che bisogno c’è? Noi siamo d’accordo. L’accordo verbale basta, no?
Io: Ah! Ah! Ah!
Becchi: …
Io: Sentite, per non perdere altro tempo: chiamo un avvocato, gli faccio fare la postilla e ve la mando, va bene?
Becchi: Ma certo. Fai, fai.
Contatto il mio avvocato. Passa un altro po’ di tempo.
Finalmente mando loro la postilla. Mezza pagina. È semplice: devono leggerla, vedere se va bene, stamparla e firmarla.
Passa una settimana.
Mando una mail. Nessuna risposta.
Passa un’altra settimana.
Mando un’altra mail. Nessuna risposta.
Passa un mese.
Intanto ci scambiamo delle mail per altre ragioni, un pagamento per i diritti spagnoli di Brancaccio. I Becchi rispondono velocissimi, però nelle risposte saltano sistematicamente i P.S. con cui ricordo loro della postilla.
Finalmente, dopo qualche mail il cui unico contenuto era, seccamente: “E la postilla?”, rispondono.
Becchi: Ma certo. Però non ne possiamo parlare dopo il Comicon?
Io: Ma dovete solo leggerla, vedere se va bene, stamparla e firmarla. In tutto ci vorranno 3 minuti.
Nessuna risposta.
Non un “no”, badate bene. Non un “guarda, la leggiamo e ci pensiamo”, un “l’abbiamo letta e la tua percentuale ci sembra da rivedere”, o “ci abbiamo ripensato, non se ne fa più niente”. Tutte risposte assolutamente legittime. No, il silenzio.
Passa il Comicon.
Mando altre mail. Nessuna risposta.
Passano altre due settimane.
Nessuna risposta.
Mi ignorano.
Siamo a maggio, da Lucca sono passati più di sei mesi.
Allora decido di mandare questa mail a tutti voi.
(Fine riepilogo)

Allora, cari Becchi.
Il mio tempo è prezioso, proprio come il vostro. Potevate rispondermi con un no, se volevate, non avrei fatto una piega. La postilla non mi è dovuta: la risposta sì, fosse anche solo per educazione (ovviamente sto facendo finta che si tratta di maleducazione, mentre sospetto che voi la postilla, banalmente, non vogliate firmarla. Non era più semplice, giusto, comodo, rispettoso, professionale, dirlo subito?). Lasciando da parte ogni considerazione personale sulla vostra lungimiranza editoriale e sulla vostra buona fede (che questa ultima vicenda mi confermano* davvero esili), non posso più stare a perdere tempo con voi. Voi lavorereste con un autore che non risponde alle vostre mail per settimane? Per mesi?
Parlo pubblicamente di questa esperienza personale (e continuerò a ripeterla in giro, a tutti, ogni volta che ne avrò l’occasione) perché è giusto che chi lavora, o ha lavorato, o lavorerà con voi, sappia con chi ha a che fare.
Chiudo qui, ho già perso fin troppo tempo.
Ciao a tutti,

Giovanni

*Una cosa simile era già successa tempo fa, quando io e Claudio abbiamo chiesto di riformulare il contratto per Brancaccio. Abbiamo aspettato mesi, per averlo. Mesi di scuse inverosimili e temporeggiamenti spossanti.

9 commenti:

MAiS2 ha detto...

certo che è triste pensare che cose del genere sono + la regola che l'eccezione..come deprimersi x_x

Anonimo ha detto...

La chiarezza (non cruda, direi pure lirica) di Giovanni Ghirigoro merita un lungo e convinto applauso. Un abbraccio e onore al merito.
gianni

Ketty Formaggio ha detto...

Accipicchia!!
groan!
può essere di qualche aiuto pubblicizzare questa cosa su vari forum del fumetto?

Anonimo ha detto...

Cla, scusa, commento fuori sacco. Ho tra le mani Super Spy di Matt Kindt. Erano anni che non rimanevo steso da tanta bellezza. Dai tempi di Maus di Art Spiegelman (il più grande autore vivente) e dalla Satrapi di Persepolis. Super Spy è disegnata splendidamente e con salti di ritmo vertiginosi. Non l'ho ancora letta, solo sbirciata, ma ti acchiappa subito e ti mozza il fiato. Non vedevo l'uso dei neri e delle mezzetinte e del colore così alternati e perfettamente integrati i un'armonia visiva da tempi immemori. Credo sia questa la via superba ed eccellente a cui guardare. Invito tutti gli appassionati a guardare e leggere Super Spy. Solo un difetto (eclatante) nell'edizione italiana: inchiostro troppo odoroso, di un puzzolente insopportabile.

Anonimo ha detto...

Ho dimenticato di firmare il post entusiastico di poco fa:
gianni allegra

Claudia Trajna ha detto...

Sono in uno stato d'animo tale per cui sbriciolerei un sasso a mani nude. Tra i vari motivi anche di fumetto. Il fumettista non è un lavoratore, non merita rispetto, figurarsi. Pretende pure dei diritti, uno stipendio. CHE COSE DA COMUNISTI EH!
Sono arrabbiata ma non stupita. =_=
Tutto il mio sostegno morale a Di Gregorio. Mi dispiace, avrei voluto comprare il suo Brancaccio, me lo riprometto da molto tempo. Ma sinceramente ora considerato il comportamento della Beccogiallo...

Presto o tardi scapperò anche io dall'Italia. Poi si chiedono perché c'è crisi e fuga di cervelli. Chi è che resta a casa di qualcuno mentre quello ti ricopre di insulti?
Spero che la situazione si risolva bene il prima possibile!

Sabina La Mattina ha detto...

In qualunque libera professione si incontrano inconvenienti di vario tipo.
E' sempre stato così.
Solo ai tempi dei mecenati si poteva vivere "stipendiati" facendo gli artisti-artigiani.
Anche all'estero è così, nelle professioni creative.

L'editore si può permettere queste scorrettezze perchè il nostro sistema giuridico non ci consente in TEMPI UMANAMENTE APPREZZABILI di risolvere a nostro favore problemi del genere.

TUTTA LA MIA SOLIDARIETA' a Giovanni: certo non merita questo trattamento un autore così in gamba.

Sabina

Claudia Trajna ha detto...

Eh, mi rendo conto che fuori si incontrano gli stessi problemi, ma come dicevi La, qua gli imbroglioni sono avvantaggiati dai tempi assurdi della nostra burocrazia e giustizia. :x

Andres ha detto...

sopratutto in questi tempi, mi sto chiedendo che onore c'è ad essere italiani...con amarezza riconosco che io e Mica abbiamo avuto riscontro come artisti all'estero, lavorando per la francia e l'america, senza che nessuno ci conoscesse, in Italia manco a parlarne. Del resto vedendo come si comportano i compatrioti non è stata una scelta difficile...ma ciò non mi consola.
questo episodio è veramente scabroso, lede la dignità di voi come autori e la cosidetta serietà di questi editori...