giovedì, ottobre 27, 2005
ALLE PORTE DI LUCCA
Lucca é oramai vicina, e io sto mettendo in ordine tutto quanto, prima di prendere il volo per 1 settimana a base di fumetti! Sarà bello rivedere tanti amici e chiaccherare con loro di nuove uscite e progetti futuri. Sono curioso di sapere come andrà AVATAR, spero bene, e poi finalmente conosco alcuni autori che ho sentito soltanto per telefono o per mail! Nell'attesa del mio ritorno posto il frontespizio che ho realizzato per la mia storia sul "Primitivo Magazine
domenica, ottobre 23, 2005
LE 24 ORE PRIMITIVE
Qualche settimana fa abbiamo visto all'opera sul sito dello SpazioBianco un gruppo di 20 professionisti del mondo dei fumetti, che hanno dato vita ad una manifestazione mostruosamente bella!!! La 24h fumetto!Tra l'altro lavori meravigliosi, ricchi e potenti sia sui testi che sui disegni! Spero ne faranno presto un libro! Tutti e dico tutti veramenti belli!
Mi sono mangiato le mani a non esserci andato (e pensare che Calzolari me l'aveva anche chiesto), fatto sta che parlandone tra amici qui nella ridente "Terronia" abbiamo deciso di farlo anche noi, con un regolamento totalmente diverso.
Bisognava produrre un albo di 40 pagine, ognuno di noi doveva fare 5 tavole a testa, il "Primitivo Editore" li avrebbe pubblicati. ce l'abbiamo fatta! e' stato micidiale, divertentissimo, un'esperienza che spero presto di rifare! Qui potete trovare tutto l'esodo della produzione, filmata e monitorata dal primitivo in persona!
Non possono mancare i ringraziamenti, in Primis al Marcone Failla che ha messo casa, mangiare e tv per tutto quello che di più trash é stato prodotto nel mondo, e poi a Sergio, Aurelio, Roberto, Il primitivo e primitivas , Cecilia e naturalmente Tano!
Il volume sarà presto stampato e quindi ci faremo un'altra bella serata con tavole esposte, fiumi di Coca Cola e tonnellata di cioccolata!
mercoledì, ottobre 19, 2005
microIntervista a GIOVANNI DI GREGORIO
- Cosa é il fumetto per te e come ci sei arrivato?
Un mezzo straordinariamente versatile attraverso cui
raccontare delle storie. Peccato sia un lavoro così
solitario. Ci sono arrivato per caso, grazie
all’incontro con i membri della vivace comunità
fumettistica palermitana, che mi insegnano ogni giorno
cose nuove. Le mie lacune sono tante, ma loro sono di
più.
- A quale progetto/i stai lavorando?
Con il buon (e brav) Marco Hasmann stiamo realizzando
per la Pavesio un albo che uscirà in Italia e in
Francia. In campo seriale scrivo per Monster Allergy,
Dampyr e Dylan Dog. A proposito, qualcuno di voi ha
delle idee per un soggetto di Dylan, prima che ricorra
ai funghi allucinogeni?
-Quali storie preferisci raccontare?
I reportage, le biografie, quelle che frugano tra le
pieghe della Storia o della Vita per portarne alla
luce i personaggi minori o le semplici comparse.
Quelle che hanno una vena sotterranea di denuncia,
testimonianza o riflessione. E infine quelle
divertenti, ironiche e grottesche, surreali, che
rivoltano la realtà come un calzino e ce la
restituiscono più leggera.
- Quali autori italiani ammiri di più?
Tre per tutti: Altan, Gipi e Sergio Toppi. Nelle loro
storie vibra qualcosa di profondo, di autentico, che
illumina ed emoziona. Altan stappa la mente, è
rivelatore, secondo me è la reincarnazione di un
oracolo egiziano. Le tavole di Toppi possiedono
un’intensità e un’armonia che ti lasciano
boccheggiante. Negli orizzonti bassi di Gipi si
respira bene, fanno spazio dentro di te. E poi i tre
sono maestri della sintesi, ultimo traguardo
dell’artista: saper raccontare un’emozione con un
colore, saper racchiudere un atteggiamento in una
battuta.
-Cosa pensi delle Scuole di Fumetto?
Come tutte le scuole, sono utili nella misura in cui
ti mettono in contatto con persone (colleghi e
docenti) appassionate e competenti. Lo scambio è seme
di creazione, sempre. E l’entusiasmo e l’esperienza di
un buon maestro vale più di cento manuali. Le scuole
di fumetto in ogni caso non sono indispensabili nè
sufficienti. Ma se forse non si può insegnare a
diventare un buon sceneggiatore, sicuramente è
possibile spiegare quali sono gli errori da evitare.
Basta questo per giustificare le scuole di fumetto?
Poi c'è un altro problema. Il rischio –reale e
assolutamente non trascurabile- di sfornare
disoccupati. Basta questo per chiudere le scuole di
fumetto? E quelle di latino? E quelle di uncinetto?
- Come vedi il mercato italiano oggi?
Non ho né le capacità né la voglia di fare un’analisi.
Accetto a malincuore il fatto che il fumetto –insieme
a mille altre cose- debba sottostare alle leggi del
mercato. Sarebbe bello sottrarglielo, almeno in parte.
In una recente intervista Massimo Bonfatti dice che “i
veri umoristi dovrebbero ricevere un vitalizio
statale, perché è incalcolabile il bene che fanno alla
gente”. La considerazione si può allargare a tutto il
fumetto e a quelle mille altre cose di cui sopra.
Il discorso meriterebbe uno spazio di discussione ben
più ampio: siamo così sicuri che il mondo di oggi
abbia bisogno di buoni chimici più che di buoni
raccontatori di storie? E allora perché investe più
nei chimici?
-Ogni autore ha un suo "sogno proibito", un desiderio,
una storia da scrivere un personaggio da creare... il
tuo qual è?
Il mio sogno proibito è fare una bella storia ogni
dieci anni, se e quando trovo un’idea forte e il modo
di svilupparla. Perdermici dentro, perderci tempo,
perdere tempo. Bisognerebbe essere ricchi o fare un
altro lavoro. Per fortuna ho un dottorato in chimica.
E di racchie ereditiere in cerca di marito è pieno il
mondo.
domenica, ottobre 16, 2005
microIntervista a GIUSEPPE FRANZELLA
- Cosa é il fumetto per te e come ci sei arrivato?
Non lo so esattamente cosa rappresenti per me, so solo che fa parte così visceralmente di me che è un pò come se mi chiedessi cosa ne penso del mio stomaco... bè è lì... c'è... a volte brucia, a volte è ingordo a volte è pieno altre è vuoto... altre ancora fa male... senza non potrei stare.
Ci sono arrivato per "colpa" di un mio compagno di banco al liceo classico che mentre mi faceva le versioni mi teneva occupato facendomi leggere Tex e Dylan Dog... cosi lasciai tutto per nuovi orizzonti...
- A quale progetto/i stai lavorando?
Sempre lo stesso da nove anni, quasi: Brendon. Mi va bene così.
-Quali storie preferisci raccontare/ disegnare?
Ormai mi sono affezionato così tanto al fantasy (se pure post-apocalittico) che difficilmente mi adatterei a disegnare un genere più realistico. Per quanto riguarda le storie in sé, sicuramente quelle dove i personaggi devono venir fuori in maniera significativa e quelle dove la sceneggiatura non ti ingabbi in maniera tale da non poterti esprimere come vorresti.
- Quali autori italiani ammiri di più?
Tantissimi e quasi tutti in Bonelli, ognuno per motivi diversi, ma mi sembrerebbe riduttivo dirne solo alcuni, per cui, o li cito tutti o nessuno.
-Cosa pensi delle Scuole di Fumetto?
Io vengo da una scuola di fumetto, quindi posso solo dirne bene. Lì ho accorciato dei tempi che da autodidatta sarebbero stati senz'altro più lunghi.
Nessuna scuola ti garantisce che lavorerai, è vero ma dubito che una laurea sia capace di garantirti automaticamente un lavoro, dipende da te e da diversi altri fattori; se sei capace e testardo prima o poi un varco lo trovi.
- Come vedi il mercato italiano oggi?
Non seguo molto il mercato a dire il vero, ma a parte Bonelli e Disney quel che resta è davvero poco, e mi dispiace. Tante buone cose restano nei cassetti perché non si trova chi ti produce, alcune restano sugli scaffali per scarsa visibilità, altre "novità" lo sono solo di nome perché ricalcano cliché già visti e rivisti e in ultimo, l'invasione giapponese non lascia scampo a nessuno...
...è messo bene mi pare, no?
-Ogni autore ha un suo "sogno proibito", un desiderio, una storia da
scrivere un personaggio da creare... il tuo qual'é?
E' una storia che ancora non è stata scritta, o forse non è ancora il tempo di disegnarla, ma so che un giorno, forse, si rivelerà... Oggi mi divertirebbe tanto disegnare un'avventura di Wolverine, sperimentando graficamente qualcosa di diverso da quel che faccio abitualmente...
venerdì, ottobre 14, 2005
"AVATAR" ALLA SCUOLA DEL FUMETTO
La "Scuola del Fumetto" è lieta d' invitare la S.V. alla presentazione del fumetto AVATAR scritto da Rossana Baldanza per la casa editrice Cronaca di Topolinia, Sabato 15 ottobre alle ore 17.00.
L'evento si svolgerà presso la sede della Scuola del Fumetto in via De Spuches, 6.
Interverranno:
Rossana Baldanza, creatrice della serie e sceneggiatrice;
Claudio Stassi, disegnatore del numero 1 e supervisore della serie;
Sergio Algozzino, disegnatore e colorista delle copertine;
Marco Rizzo, Critico e Sceneggiatore.
Alla fine della presentazione alcuni dei disegnatori della serie
realizzeranno disegni estemporanei per il pubblico intervenuto.
Ingresso Libero
Per contatti chiamare:
Scuola del Fumetto di Palermo
Via De Spuches, 6
Tel: 091/582741
www.grafimated.com
E-Mail:grafimated@libero.it
oppureScuola del Fumetto di Milano
Tel: 02/8356371 – 02/8393267
www.scuoladelfumetto.com
E-Mail: info@scuoladelfumetto.com
giovedì, ottobre 13, 2005
microIntervista a ADE CAPONE
- Cosa é il fumetto per te e come ci sei arrivato?
Banale ripeterlo, ma è una passione diventata lavoro e rimasta comunque una passione. Mi sento un privilegiato, sì. Ci sono arrivato scrivendo e riscrivendo soggetti che spedivo a destra e sinistra.
- A quale progetto/i stai lavorando?
Sto lavorando a nuove storie di Lazarus e di Zagor. Inoltre all'editing di varie mie storie (Il Potere e la Gloria, Erinni, Entangled, Morgan) per l'estero, per conto di Narwain Publishing. Sto anche scrivendo una storia nuovissima, Connect, che uscirà negli States in formato comic book, a febbraio 2006. Infine, sto seguendo la preparazione dell'edizione brasiliana e turca di LL: Parecchia carne al fuoco, sì.
-Quali storie preferisce raccontare/ disegnare?
Quelle fantascientifiche/tecnologiche e quelle medioevali.
- Quali autori italiani ammiri di più?
In ordine casuale: Sclavi, Castelli, Berardi, Nolitta.
-Cosa pensi delle Scuole di Fumetto?
Molto utili a livello tecnico per i disegnatori. Molto meno per gli sceneggiatori. Come dice Paola Barbato: "O sei un narratore o non lo sei." Se non lo sei, non c'è scuola che tenga.
- Come vedi il mercato italiano oggi?
Un mercato di nicchia per prodotti sempre più di nicchia, salvo eccezioni come Witch. Ma una rondine non fa primavera. Gli under 16 leggono sempre meno fumetti, manga compresi. Spero che i fatti mi smentiscano. Per natura sono ottimista.
-Ogni autore ha un suo "sogno proibito", un desiderio, una storia da
scrivere un personaggio da creare... il tuo qual'é?
Una storia che ricrei lo spirito di certi film italiani degli anni '50. Ce l'ho nel cassetto da tempo. Ed è proprio il tempo il mio costante problema. Comunque sia, ho già avuto dal fumetto anche più di quanto desiderassi quando ho iniziato.
mercoledì, ottobre 12, 2005
microIntervista a MANLIO MATTALIANO
Cosa é il fumetto per te e come ci sei arrivato?
Il fumetto è un mezzo di espressione creativa come tanti altri. Ma è anche e soprattutto intrattenimento. Queste due anime imprescindibili sono le stesse, diciamo, del cinema (nonostante molti pensino il contrario) e quindi la scrittura per il fumetto è espressione artistica ma anche e sopratutto mestiere. Capacità di dare ai lettori quello che vogliono leggere...riuscendo magari a scrivere qualcosa, mettendoci quel pizzico di te in ogni cosa che ti fa sentire soddisfatto del tuo lavoro. Un medium in bilico tra arte e artigianato. E, visti i tempi, anche tra declino e rinascita. Al fumetto ci sono arrivato cominciando a scrivere...prima una storia, un soggetto qui e uno lì...più passava il tempo più sentivo che dovevo raccontare. Quindi l’esordio su Piccoli Brividi della Panini e su Prezzemolo, poi le strisce degli Animarvel e la serie Avalonia. Il resto lo devo ancora scrivere...
- A quale progetto/i stai lavorando?
A molti contemporaneamente, come sempre. A parte la mia serie Avalonia, che uscirà in autunno a colori, sto anche finendo di supervisionare il numero zero di una serie per ragazzi che uscirà per Italycomics, sempre a novembre. A dicembre invece l’esordio della serie “Jek Vans” per la Free-Books. Il resto, come sempre, sono sempre progetti...alcuni più avanti, altri meno, tra cui l’ambito esordio in Francia. Ma da quando sto a Roma mi sto dando da fare anche nella sceneggiatura per l’animazione...
-Quali storie preferisce raccontare/ disegnare?
Io amo l’avventura, di tutti i generi, ma preferibilmente realistica. Noir, fantasy, metropolitano, thriller. Trovo stimoli in tutti i generi. Per questo la serie per ragazzi che uscirà prossimamente è la mia prova personale più impegnativa, in quanto più distante dai generi che frequento abitualmente...ma bisogna pur mettersi alla prova, non credi?!
- Quali autori italiani ammiri di più?
Sicuramente Alfredo Castelli e Antonio Serra sono stati gli autori che più mi hanno influenzato, come stile e “poetica” del raccontare a fumetti. Ma anche molti autori americani, come John Byrne prima e adesso Brian Bendis. Ma tutti, da Michele Medda a Matteo Casali (per citarne due molto distanti tra loro) in un modo o nell’altro mi hanno trasmesso qualcosa. Che spero di avere assimilato...nel bene e nel male...nel tentativo di crearmi uno stile personale.
-Cosa pensi delle Scuole di Fumetto?
Che sono cosa buona e giusta. Certo...se tutte insegnassero veramente a fare fumetti (non commento) avremmo un mercato invaso da autori che forse non riuscirebbero a lavorare. Ma, di contro, se le scuole formassero nuove leve degne di nota, forse assisteremmo ad un progressivo svecchiamento del mezzo. Ma le case editrici italiane quanto sono pronte a scommettere su giovani autori?! Quasi nulla. Quindi è giusto che ci siano e continuino ad esistere. Ma che gli autori siano pronti a sgomitare per trovare il loro posto nel mercato...fino a quando non cambierà qualcosa nella mentalità degli editori.
Come vedi il mercato italiano oggi?
Io vedo una crisi profonda. Ma anche un tentativo di rinascita. Il medium è in crisi, è vero, si perdono lettori ogni mese. Ma io credo proprio che sono i lettori ad essere cambiati (come età, gusti e approccio al fumetto). Alcune case editrici lo stanno capendo, facendo alcuni timidi tentativi di rinnovarsi. Spero lo capiscano anche gli autori. Altrimenti nei prossimi anni assisteremo, credo, ad una progressiva sostituzione di tutti gli autori che conosciamo e apprezziamo con altri nuovi, cresciuti nelle nuove generazioni, e molto più vicini ai nuovi gusti del pubblico. Speriamo tutti di essere tra quelli che le nuove generazioni di lettori apprezzeranno....
-Ogni autore ha un suo "sogno proibito", un desiderio, una storia da
scrivere un personaggio da creare... il tuo qual'é?
Questa è facile. Il mio “personaggio nel cassetto” è un noir italiano ambientato a Milano che fluttua tra le scrivanie dei vari editori dai tempi gloriosi della Montego...ma ancora non ha trovato un editore. Non ho ancora capito se l’idea è troppo avanti per i tempi, o se invece proprio non funziona. Cerco di non innamorarmi troppo dei progetti che scrivo, ma su questo ho sempre lasciato un pezzo di cuore. Vedremo il futuro...
lunedì, ottobre 10, 2005
UNA SERATA DA RICORDARE
Stoppo un'attimo le MicroInterviste (che tornano) per raccontare di una bella serata passata Venerdì!
Giorno 1 e giorno 7 Ottobre sono stato a Trapani. All’interno della manifestazione marittima America’s Cup, cé stata la SEGNALI DI FUMETTO 2005 - NUVOLE DI ACQUA SALATA, organizzata dal buon Franco Borghi, e supervisionata dal bell’uomo di Marco Rizzo.
Nella prima giornata (giorno 1) Io, Marco (Failla) e Sergio (Algozzino), eravamo gli ospiti d’onore (WOW!), abbiamo fatto una conferenza dove per fortuna c’era un po di gente, poi abbiamo fatto un pò di disegni e infine siamo andati a mangiare.
Sergio e Marco hanno cercato di capire quanto largo fosse il loro stomaco, eh!eh! Finito tutti insieme di cenare, Franco ci chiede se ci va di fare qualche altro disegno, naturalmente accettiamo e ci rimettiamo al tavolo da disegno. Poi si fa tardi, e siccome l’indomani si lavorava siamo tornati a Palermo.
Giorno 7 invece l’ospite d’onore é stato Fabio Celoni. Una persona meravigliosa!
Io, Francesca (la mia metà) e Giovanni (Di Gregorio) ci siamo diretti per quel di Trapani, anche se il diluvio universale ci seguiva, siamo riusciti ad arrivare alla meta per goderci Fabio al lavoro. Purtroppo ci siamo persi la conferenza, ma tutto quello che gli hanno chiesto nel pubblico ci abbiamo pensato io e Giovanni a richiederglelo per cena.
Una persona simpatica, semplice e di indubbio talento artistico. Il suo Dylan Dog e quello di Nicola Mari sono quelli che amo di più. Finita la conferenza appunto siamo andati a cena alla pizzeria “LA GROTTA”. Erano già le 22 passate e la fame ci stava logorando lo stomaco, come la saliva di Alien. Arrivati in Pizzeria infatti abbiamo avvistato degli antipasti che hanno avuto vita breve, il buon Marco (Rizzo) ha fatto anche il bis!
Eravamo, Io, Francesca, Giovanni, Franco,Marco, amici di Marco, Fabio e Sergio (Tisselli). Anche Sergio, non lo conoscevo, é una persona splendida! Ho visto il suo ultimo lavoro, é un vero maestro del colore!
E’ stata una bella serata, abbiamo parlato di fumetti naturalmente, di lavoro, aneddoti vari, gusti personali ed esperienze che lungi da me raccontare!Ci siamo poi spostati in un bar del centro dove abbiamo continuato i nostri aneddoti, davanti un buon caffé freddo con panna! Una serata, che ricorderò sempre con immenso piacere!
sabato, ottobre 08, 2005
MicroIntervista a MICHELE MEDDA
>>Cosa é il fumetto per te e come ci sei arrivato?
Il fumetto è il mio lavoro, niente di più e niente di meno. Come ci sono arrivato.... Beh, mi piaceva leggerli, i fumetti, e a un certo punto ho pensato che mi sarebbe piaciuto farli. A dire il vero i miei primi tentativi sono stati come autore "completo" di strisce umoristiche. Poi conosce Antonio (Serra) e Bepi (Vigna) mi hanno portato in un'altra direzione. Col senno di poi, è stata una scelta saggia...
>> - A quale progetto/i stai lavorando?
Per Bonelli: Nathan Never e Dylan Dog. Disney: ho appena terminato una storia in due parti per Monster Allergy. Per il resto, solo una parte dei miei progetti riguarda il fumetto, e nessuno è in una fase così avanzata da poterne parlare.
>> -Quali storie preferisci raccontare?
Da professionista rispondo cinicamente: le storie che preferisco raccontare sono quello che sono sicuro di riuscire a terminare, e senza troppi sbattimenti. Per il resto, ci sono generi - come il pulp "alla Tarantino" - per cui non sento un grande trasporto (per usare un eufemismo). Così come non credo che riuscirei mai a scrivere Diabolik. Volendo generalizzare, non amo i personaggi negativi. E vorrei che ci fossero in giro più fumetti umoristici, soprattutto più fumetti per ragazzi. (E intendo dire *realmente* per ragazzi, non per trentenni col complesso di Peter Pan, né per ragazzi che credono di leggere un fumetto adulto solo perché contiene qualche tetta e qualche "fuck off".)
>> - Quali autori italiani ammiri di più?
Sul piano personale, ammiro diversi miei colleghi "bonelliani" , perché so con quale dedizione e con quale costanza lavorano, e temo sempre che siano superiori alle mie. Se parliamo sul piano oggettivo, i nomi che potrei fare sono nomi di defunti, e oltretutto per lavori realizzati venti-trent'anni fa. Nessun autore, oggi, è messo nelle condizioni per fare cose ammirevoli. Quella del Sergente Kirk e del Corriere dei Ragazzi era un'altra epoca, e soprattutto un'altra editoria.
>> -Cosa pensi delle Scuole di Fumetto?
Che aiutano a vivere gli insegnanti, ma non credo che aiuteranno gli studenti. Con ciò non intendo dire che le scuole non siano serie, anzi. Solo, temo che promettano ciò che non possono mantenere.
>> - Come vedi il mercato italiano oggi?
Il mercato italiano va benissimo. Babbo Natale esiste. Paul Mc Cartney è morto (quello che canta adesso è il suo sosia). E un amico di mio cugino ha conosciuto una in discoteca, poi si è svegliato in un fosso tutto bagnato e gli mancava un rene.
>> -Ogni autore ha un suo "sogno proibito", un desiderio, una storia da
>> scrivere un personaggio da creare... il tuo qual'é?
Il mio sogno era realizzare una serie avventurosa ambientata in Italia. E, insieme a Stefano Casini, ci abbiamo provato con "Digitus Dei". E' andata com'è andata. Tutti i dettagli nel mio sito, se vi piacciono le storie che non hanno un lieto fine.
mercoledì, ottobre 05, 2005
microIntervista a LUCA ENOCH
- Cosa é il fumetto per te e come ci sei arrivato?
il fumetto è stata la mia passione della prima infanzia e non mi ha più mollato
fino alla maturità.
- A quale progetto/i stai lavorando?
Oltre a Gea, che impegna il 90% del mio tempo lavorativo, sto lavorando a
Morgana per gli Umanoidi Associati in terra francese e sempre pe rloro a
un'altra storia per la collana "Dedales", un soggetto giallo -storico ambientato
nel Giappone del 1600.
-Quali storie preferisce raccontare/ disegnare?
All'inizio, soprattutto prima di diventare professionista, preferivo le storie
di fantasia: fantascienza stellare e fantasy. Poi, con Sprayliz, ho cominciato
ad apprezzare anche le storie calate nella nostra realtà. Con Gea sono riuscito
a creare un soddisfacente misto tra i generi.
- Quali autori italiani ammiri di più?
Oltre a Mario Alberti, disegnatore e colorista inarrivabile, mi piace molto
la Ghermandi,Barbucci&Canepa e Frezzato. Tra gli autori della "nuova leva"Gualdoni
è senz'altro il più prolifico e fantasioso.
-Cosa pensi delle Scuole di Fumetto?
Ai miei tempi - argh! parla il nonnetto... - le scuole di fumetto mi lasciavano
perplesso; di solito vi insegnava gente che non lavorava professionalmente,
secondo il cinico detto: "Chi sa, fa. Chi non sa, insegna". Oggi invece le
scuole si sono evolute nella giusta direzione; sopno sempre di più i colleghi
ben inseriti nel mondo del lavoro che insegnano anche in una di queste scuole;
in tal mondo lo studente ha un utilissimo aggancio col mondo lavorativo.
- Come vedi il mercato italiano oggi?
Non ci capisco nulla. Ho tentato di analizzarlo, ma è oltre le mie misere
capacità indagative. mi piace molto il proliferare dei microeditori, con
scelte editoriali molto calibrate e interessanti, anche se per pochi.
-Ogni autore ha un suo "sogno proibito", un desiderio, una storia da
scrivere un personaggio da creare... il tuo qual'é?
Non ho ancora scritto e disegnato un mio personaggio fantasy, il mio primo
amore.
Con Stefano Vietti abbiamo creato un bel character classico, "Dragonero"
che vedrà la luce nella collana dei "Romanzi a fumetti" bonelliani nell'autunno
del 2006 - spero- ma non lo disegno io :-(
Ma prima o poi...
domenica, ottobre 02, 2005
microIntervista a MARCO RIZZO
- Cosa é il fumetto per te e come ci sei arrivato?
Il Fumetto è la forma d'arte definitiva, che al suo apice unisce i migliori
testi con le migliori immagini. E' l'intermedialità prima del cinema, della
Tv e di Internet, si può fare di tutto, con costi bassissimi, e raggiungere
ogni tipo di pubblico. Ci sono arrivato leggendoli, parlandone,
commentandoli e infine facendone.
- A quale progetto/i stai lavorando?
Sto scrivendo una miniserie in tre episodi per la Free Books disagnata dal
compare Roberto di Salvo, Pianeta Rosso (serializzata da Gennaio su Brand
New!). Sto progettando un'altra miniserie sulla boxe dei tempi andati e sto
scrivendo il nuovo ciclo della strip della detective Debbie Dillinger che
appare su Comicus.it. Farei di più, se non fosse che sono agli sgoccioli con
l'Università.
-Quali storie preferisce raccontare/ disegnare?
Supereroi! Ovviamente è difficile, visto il mercato in cui ci troviamo. Ma
amo molto il noir e il pulp.
- Quali autori italiani ammiri di più?
Tito Faraci è un grande maestro. Sa scrivere di tutto, conosce benissimo i
meccanismi del medium. Diego Cajelli unisce alla perizia tecnica una
genialità sopraffina. Inoltre con queste due persone condivido (oltre che un
bellissimo rapporto) molti gusti in comune. Tra i disegnatori, stravedo per
Mastantuono, Enoch, Brindisi, Frisenda, Carnevale.
Mi manca Andrea Pazienza. Anzi, credo manchi a tutto il comicdom italiano un
Andrea Pazienza.
-Cosa pensi delle Scuole di Fumetto?
Se gestite bene, e se con insegnanti competenti, possono garantire
quantomeno conoscenze e praticità che l'autodidatta solo con più fatica può
ottenere. Senza parlare del confronto con i colleghi e gli insegnanti...
- Come vedi il mercato italiano oggi?
Troppi piccoli-medi editori che vorrebbero investire ma non possono, troppi
grossi editori con le tasche cucite.
-Ogni autore ha un suo "sogno proibito", un desiderio, una storia da
scrivere un personaggio da creare... il tuo qual'é?
Il mio sogno, come ogni sceneggiatore, sarebbe scrivere dei miei personaggi
preferiti. Lanterna Verde, o gli X-Men...
Se fossi in grado di disegnare ad un livello soddisfacente, mi metterei al
lavoro per un'epopea supereroica di mille pagine, la MIA opera, totalmente
personale... questo forse è un sogno ancora più proibito del primo!
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